Un Macello più ordinato
Perugia, 21 marzo 2015. Che cosa fare un sabato mattina? A Perugia ce ne sono di cose da fare. Fingersi maratoneti in allenamento facendo su e giù per il Percorso verde, ingarbugliarsi nel traffico per andare al mercato di Pian di Massiano o per rifugiarsi nei grandi complessi commerciali o semplicemente andare alle scalette del centro a osservare. Ma c’è chi osa!
In occasione dell’arrivo della primavera un numeroso gruppo di temerari, ispirandosi alle pulizie di primavera, decide di pulire la zona del via del Macello, famosa per tante cose. A colpi di rastrello, scopa e palette hanno circondato il perimetro del complesso dell’Ottagono attaccandolo dal parco fino ai parcheggi, passando per portici, sottoscala e cespugli, seguendo un percorso studiato per poi chiudere i battenti e ritornare alla base: l’Ottagono, appunto. Associazioni perugine ed enti quali Riciclamche, OrtoBello, Gmi (Giovani musulmani D’Italia), Csg (Centro Servizi Giovani), Fontivegge Insieme, Acsi, Progetto Empatic, ma anche volontari e bambini, istituzioni comprese, col sindaco Andrea Romizi in testa, si sono riuniti con una mission comune: pulire, riassestare la zona di via del Macello insieme, mano nella mano, o meglio mano con scopa e paletta. Pulire ma anche vedere sotto un’altra prospettiva l’uso degli spazi comuni, mangiando insieme e partecipando a un laboratorio creativo – Piantare un seme crescere un fiore – all’aperto nel parco sito tra gli edifici, organizzato da Riciclamiche e OrtoBello per bambini e non solo.
Perché è questo che bisogna fare!
Rimboccarci le maniche, metterci del proprio, seminare idee. Il concetto di pulizia va inteso, in questo caso, nel senso più ampio e metaforico del termine. Pulire per riappropriarsi di spazi pubblici lasciati altrimenti degradati, pulire per permettere ai bambini di giocare senza incorrere in pericoli, pulire per dire a chi si lamenta soltanto di scendere e curare la città fin dalle vie più annichilite. Pulire, perché è dalla strada, dal basso, che si può costruire qualcosa insieme.
Testo di Sara Jouhari