Un futuro da costruire insieme

Lo Spazio Giovani Iqbal di Corciano celebra l’inclusione, la creatività e la comunità

Iqbal Masih, nato in Pakistan nel 1983, è il simbolo universale della lotta contro lo sfruttamento minorile. Venduto come schiavo a soli quattro anni, fu costretto a lavorare in una fabbrica di tappeti in condizioni disumane. Nonostante l’età, trovò il coraggio di ribellarsi, denunciando gli abusi e portando l’attenzione del mondo sul dramma di milioni di bambini vittime di sfruttamento. La sua vita, spezzata tragicamente nel 1995, ha ispirato generazioni, trasformandolo in un emblema di libertà e dignità. Questo potente messaggio vive nello Spazio Giovani Iqbal di Ellera di Corciano, un centro dedicato ai ragazzi e alle ragazze, pensato per promuovere crescita, socialità e inclusione. “Abbiamo scelto di intitolare il centro a Iqbal perché rappresenta un esempio di coraggio e determinazione – spiega Mattia Nebbiai, educatore e coordinatore del progetto – Qui vogliamo creare un luogo dove ogni giovane si senta accolto, ascoltato e valorizzato”.

Nel 2002 la gestione del Centro Giovani è stata affidata alla cooperativa Asad, frutto di una coprogettazione con il Comune di Corciano. La struttura, moderna e funzionale, offre spazi diversificati per attività creative e sociali, tra cui una zona ricreativa, una biblioteca, postazioni internet e un campo polivalente per lo sport. Accoglie principalmente ragazzi tra i 13 e i 20 anni, ma resta aperta a chiunque voglia partecipare alle iniziative, senza limiti rigidi. Lo Spazio Giovani Iqbal è un crocevia di esperienze, dove si incontrano storie di ragazzi che vivono realtà serene e di altri che affrontano fragilità o situazioni di disagio. Collaborando con scuole, associazioni e servizi sociali, il centro si pone l’obiettivo di costruire una rete di supporto, contribuendo a contrastare l’isolamento e a prevenire fenomeni di esclusione. L’educazione al rispetto e alla diversità è una priorità. Come ricorda il coordinatore, i valori culturali, religiosi, etnici e sociali dei ragazzi vengono celebrati come una ricchezza collettiva. “La nostra missione è creare un ponte tra i giovani e la comunità – sottolinea Nebbiai – Vogliamo che ogni ragazzo senta di avere un posto in cui la sua voce è importante, dove può crescere, imparare e costruire relazioni significative”.

Le attività del centro spaziano dallo sport ai laboratori artistici, dai momenti di studio a eventi di socializzazione come giochi di gruppo e tornei. Non mancano progetti speciali, come le cacce al tesoro e i laboratori di teatro, che stimolano creatività e collaborazione. Il centro organizza anche percorsi formativi su temi come la cittadinanza attiva, l’educazione ambientale e la consapevolezza digitale per riflettere su argomenti rilevanti per i giovani di oggi. Uno degli elementi distintivi del progetto è il coinvolgimento attivo della comunità locale. Insegnanti, educatori, rappresentanti di associazioni sportive e culturali contribuiscono a creare una rete integrata, favorendo il dialogo tra il centro e il territorio. Questo approccio inclusivo consente di rispondere in modo efficace alle esigenze di ogni ragazzo e ragazza, garantendo un ambiente stimolante e accogliente. Il cuore del progetto resta la capacità di adattarsi continuamente ai bisogni dei giovani che cambiano di anno in anno. Gli educatori lavorano per sviluppare attività sempre nuove, calibrate sulle caratteristiche e sugli interessi del gruppo. Questa dinamicità permette al centro di restare sempre vivo e coinvolgente, senza mai perdere di vista i principi fondamentali che lo animano. “Ogni giovane che entra qui porta con sé una storia unica – spiega Nebbiai – Il nostro compito è ascoltarla, valorizzarla e integrarla in una comunità che sa prendersi cura di ciascuno dei suoi membri”.

Tra i momenti più apprezzati ci sono le collaborazioni con il centro commerciale Gherlinda, dove vengono organizzati eventi speciali che coinvolgono ragazzi e famiglie, rafforzando il senso di appartenenza alla comunità. In questi contesti, il rispetto per la diversità diventa un’esperienza concreta, vissuta attraverso il confronto e la condivisione. Sebbene il progetto abbia raggiunto risultati importanti affronta ancora sfide legate alle risorse limitate. “Le difficoltà economiche sono una realtà con cui dobbiamo fare i conti – ammette Nebbiai – Nonostante questo cerchiamo di fare il massimo con quello che abbiamo, ma sarebbe fondamentale un aumento dei fondi per garantire la continuità e la crescita delle attività”. La mancanza di fondi è un’ombra che rischia di oscurare il cammino di un progetto essenziale per i giovani e per il territorio. Affidarsi solo alla passione degli educatori e alla solidarietà della comunità locale non basta. Non bisogna dimenticare che gli educatori tessono trame preziose dove la diversità diventa ricchezza, un fertile terreno da cui far germogliare nuove prospettive. Guidano i ragazzi nel viaggio verso l’abbraccio delle differenze, insegnando loro a intrecciare legami autentici e profondi. Ogni giovane che varca questa soglia trova un rifugio di calore e accoglienza, un luogo dove l’affetto non è solo sentimento, ma radice di appartenenza.