Quindici studenti delle medie, due pomeriggi a settimana. Il servizio gratuito delle associazioni di via Birago e dintorni
Il Doposcuola Popolare di Quartiere nasce nel 2022 a Perugia ed è il risultato di un processo partecipato, germogliato all’interno di un movimento dal basso di una parte della comunità che ruota intorno a via del Lavoro, via Birago e via della Concordia. Nello specifico il servizio prende forma dall’inchiesta autoprodotta “Il quartiere che vorrei”, lanciata tempo prima da Osa Perugia e Cap 06124 con lo scopo di sollevare le principali esigenze e problematiche del territorio tra cui quelle legate al mondo socio-educativo e scolastico.
Alla base del servizio del Doposcuola c’è una chiara volontà che si accosta all’embrionale desiderio di sviluppare una rete utile all’intera comunità: supplire alle lacune istituzionali presenti nel territorio attraverso una visione sociale e politica determinata a dare voce ai diritti dei più piccoli e delle loro famiglie. In un tempo e in una società in cui l’isolamento delle periferie sembra gravare sempre più sul presente e sul futuro dei giovani e sulla loro possibilità di autodeterminarsi, ecco alcuni dei propositi basilari a cui il Doposcuola vorrebbe rispondere con azioni concrete, partecipazione attiva e impegno costante: bisogni educativi personalizzati, spazi ricreativi sicuri, occasioni sane di socializzazione, prevenzione della dispersione scolastica.
Il Doposcuola è un servizio gratuito e organizzato su base volontaria, prevede due pomeriggi a settimana per due ore ciascuno ed è strutturato in una prima ora di aiuto compiti e una seconda ora adibita ad attività ludiche, ricreative e laboratoriali. Tutte le volontarie e i volontari che aderiscono al Doposcuola, tra cui educatori, assistenti sociali, insegnanti, studenti, pensionati, scout o altro, partecipano sulla base delle proprie esigenze lavorative e personali e si organizzano su turni settimanali, prevedendo anche riunioni, fuori dall’orario del Doposcuola, a seconda delle questioni o criticità da affrontare durante l’anno scolastico o semplicemente per organizzare attività e eventi a tema.
Il servizio prevede la partecipazione di quindici tra ragazzi e ragazze delle scuole medie, che aderiscono in maniera spontanea, grazie al passaparola, al volantinaggio svolto nel quartiere o al suggerimento degli insegnanti stessi alle loro famiglie. Le occasioni di collaborazione e confronto tra Doposcuola Popolare e scuola sono piuttosto costanti durante tutto l’anno e si rivelano preziose su vari livelli, dalla programmazione di alcune attività o laboratori al suggerimento di libri o materiali e consigli didattici.
Le attività si svolgono all’interno delle sale parrocchiali Don Genesio, appena sotto la chiesa dei Santi Biagio e Savino e affacciate sulla piazzetta di via Birago. Don Luca, che sin da subito ha accolto il progetto, è sempre disponibile a offrire il suo sostegno mettendo a disposizione gli spazi anche per gli eventi organizzati durante l’anno, dalla tombolata di Natale alle feste di Carnevale o di fine anno fino ai piccoli eventi di autofinanziamento. Una delle sale affaccia sulla piazzetta di via Birago e dalle sue finestre è visibile parte della vita della comunità del quartiere: bambini che giocano in piazza, genitori che scambiano chiacchiere davanti alla fontana, passanti o clienti abituali dei vari esercizi commerciali che animano la via e la piazza.
Affacciati da quelle finestre, spesso, iniziano i pomeriggi dei volontari e delle volontarie, impegnati a sollecitare l’ingresso al Doposcuola dei ragazzini che giocano a pallone o delle ragazze accovacciate sui muretti a scrollare sul cellulare: qualcuno è svogliato, altri entrano perché entra l’amico, qualcuno invece viene sempre volentieri perché è un posto accogliente dove poter socializzare o semplicemente passare del tempo che non sia la strada o la casa. Sono diverse le situazioni e diversi loro: non sempre facili da gestire, sono piccoli uomini e donne delle scuole medie che si trovano ad affrontare il turbine di emozioni che caratterizza pubertà e adolescenza, con tutte le difficoltà annesse.
Durante questi tre anni di Doposcuola sono stati proposti e svolti vari laboratori o attività di sensibilizzazione verso alcune tematiche importanti. Molto partecipato è stato il laboratorio di fotografia, proposto il primo anno, tenuto dall’educatrice e fotografa freelance Uliana Piro con cui i ragazzi e le ragazze hanno scattato una serie di foto tra cui primi piani di esercenti storici del quartiere, delle loro attività o di scorci del quartiere stesso: oltre a essere divertente è stata un’occasione di socializzazione e una possibilità per i giovani di sviluppare il loro senso di appartenenza alla comunità. Un’importante attività del secondo anno è stata quella di sensibilizzazione al tema della guerra in Palestina attraverso la proiezione di alcuni filmati e la creazione di striscioni con la partecipazione finale al corteo cittadino organizzato dalla comunità palestinese e Osa Perugia. A novembre del 2024, per il secondo anno consecutivo, il Doposcuola ha organizzato un’attività in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere”: dopo aver visto insieme un video dimostrativo di violenza di genere tra gli adolescenti, i ragazzi e le ragazze sono stati stimolati alla discussione e al confronto. Essendo l’argomento complesso e poco accattivante per qualcuno, i volontari del Doposcuola hanno deciso di riproporlo attraverso una sezione più strutturata e organizzata di tre incontri con l’aiuto di formatrici esperte di “Libera…mente Donna ETS”.
Tra i vari propositi del Doposcuola non manca il desiderio di partecipare a occasioni o giornate formative, ispirandosi anche a realtà interessanti fuori dal territorio come, per esempio, quella del Quarticciolo a Roma: unite dagli stessi intenti e prospettando incontri futuri di co-costruzione, la piccola realtà perugina e quella capitolina hanno trascorso insieme una giornata di incontri e confronto su tutto ciò che le accomuna, dall’interesse per i giovani e le realtà educative delle periferie fino all’importanza di resistere socialmente e politicamente a un clima spesso ostracizzato da istituzioni e decreti sicurezza.
Sono passati tre anni, non sono mancati i problemi, organizzativi e tecnici, sempre presente l’affanno per la ricerca di nuovi volontari o di uno spazio-tempo libero dagli impegni personali, sono cambiate alcune cose, alcuni bambini sono cresciuti e salpati per i lidi delle scuole superiori, altri restano, qualcuno appare e scompare, sia tra i grandi che tra i piccoli, qualcun altro si è affezionato al luogo, alla persona o semplicemente all’idea.
In questo “gioco di magia” dove mai nulla sembra essere uguale e dove non mancano dinamicità e imprevedibilità, resta un forte desiderio di resistere, di ripensarsi e migliorarsi: l’auspicio futuro è quello che il Doposcuola Popolare possa diventare un servizio essenziale di welfare pubblico, paritario e universale, in cui il Comune e le istituzioni, abbandonando logiche assistenzialistiche e volontaristiche, possano essere i principali garanti, promuovendo continuità, gratuità e unità di intenti con il territorio e la comunità.