Straniero a Chi?
A Ponte D’Oddi c’è un nuovo centro per rifugiati. Il quartiere lo ha visto come un’opportunità di incontro e arricchimentoAncora oggi Ponte D’Oddi sconta gli effetti di un passato che ne ha pesantemente pregiudicato la reputazione, sebbene da anni ormai quel passato sia alle nostre spalle, e l’attuale realtà del quartiere sia omogenea, commercialmente sviluppata, con discreti servizi e soprattutto – ci tengo a sottolineare – con un forte spirito di identità e appartenenza degli abitanti, sempre molto partecipi alla vita del quartiere. Fondamentale è la presenza e l’attività del Circolo di Ponte D’Oddi , che vanta più di cento iscritti, e che porta avanti , ormai da settanta anni, una serie di eventi e di progetti culturali e sociali il cui obiettivo è quello di rendere sempre più piacevole e sicuro vivere qui, ma anche di riempire i vuoti creati dalle amministrazioni e dall’assenza delle forze politiche e istituzionali.
Con lo spostamento della caserma dei carabinieri, non gradito dai residenti, e l’insediamento al suo posto di un centro per rifugiati, il quartiere non ha reagito con una chiusura, ma anzi, è stata colta l’occasione e l’opportunità di poter incontrare e conoscere realtà e culture diverse. L’atteggiamento di cura e amore per il proprio territorio non si è tramutato quindi in chiusura, barricate e paura del diverso! Al contrario la nostra esperienza dimostra che porsi in maniera inclusiva genera un vantaggio per tutti. Insieme ai ragazzi-ospiti abbiamo organizzato tornei di calcetto che hanno facilitato la conoscenza tra i giovani perugini e gli stranieri, i quali, sentendosi parte del quartiere, ricambiano come possono facendo lavoretti volontari o aiutando gli abitanti nelle piccole incombenze quotidiane.
Ma la soddisfazione più appagante l’abbiamo provata sabato 22 agosto, giorno conclusivo della festa di quartiere durata quattro giorni e organizzata dal Circolo di Ponte D’Oddi: grazie alla collaborazione con la cooperativa Perusia che gestisce il centro dei rifugiati, il Circolo ha organizzato una cena multietnica. La partecipazione è stata inaspettata, e, tra residenti, rifugiati e ben cinquanta studenti dell’Università per Stranieri, la piazza del quartiere ha contato circa duecento persone che con entusiasmo hanno contribuito alla riuscita della serata scambiando e condividendo suoni, canti, danze, sapori e profumi. Un’esperienza direi unica nel suo genere, in controtendenza con la scarsa integrazione tra l’università, i ragazzi stranieri che la frequentano e i perugini. Più che una ricchezza da valorizzare questo ateneo, che molti ci invidiano, è spesso vissuto come un corpo “estraneo”; invece a Ponte D’Oddi abbiamo avuto modo di sperimentare, con successo, il piacere della contaminazione, dello scambio e del dialogo.
È stato bello stare serenamente seduti uno accanto all’altro, conoscersi attraverso i cibi, e poi parlare, ridere, suonare, cantare e ballare insieme! Un bilancio positivo, quindi, che ci ripaga dell’impegno e del lavoro che viene svolto ogni giorno a favore della comunità di Ponte D’Oddi e che però non deve sollevare le autorità preposte dai loro compiti istituzionali, indispensabili e fondamentali per il mantenimento della qualità della vita qui come in tutta la città.
Testo di Franca Forte