Il teatro è comunicazione allo stato puro. Ecco uno spettacolo che coinvolge udenti e non udenti
La sordità è invisibile al mondo degli udenti, perché non si vede. Alcuni sordi riescono a comunicare parlando e leggendo il labiale grazie alla logopedia, altri invece non ci sono riusciti e comunicano con la Lingua dei Segni (LIS). I sordi sono persone autonome, amano viaggiare, visitare i musei e le bellezze architettoniche delle città del mondo, amano percorrere e conoscere la storia dei centri storici, hanno la passione per la conoscenza, frequentano le accademie di belle arti e le scuole d’arte perché trovano nell’arte una via semplice per comunicare con il mondo che li circonda. E questa comunicazione non sempre è facile. Anzi. Il più delle volte è difficile, e le persone sorde non sempre ricevono da parte degli udenti tutte quelle attenzioni e quella disponibilità necessarie affinché si realizzi il processo comunicativo.
Tra le ragioni, sicuramente anche il senso di impotenza e inadeguatezza provato dall’udente – la cui modalità comunicativa è la parola – di fronte alle difficoltà di comunicazione con la persona sorda, che invece utilizza un canale diverso, quello corporeo, appunto. L’impotenza e la difficoltà spesso provocano da entrambe le parti una reazione di graduale rinuncia al dialogo. Per questi motivi, e per raccontare attraverso un linguaggio simbolico e immediatamente comprensibile il significato dell’esperienza della sordità attraverso la valorizzazione dell’esperienza diretta dei partecipanti, è nato a Perugia un progetto di teatro tra sordi e udenti.
Quest’esperienza vuole far capire quanto sia importante la lingua dei segni che, al pari di una lingua straniera, consente una comunicazione ampia e significativa con gli altri, promuovendo l’integrazione tra sordi udenti e l’incontro dei due mondi. Gli attori comunicano attraverso il corpo, attraverso le azioni, usando la Lis ma anche leggendo le labbra, un bilinguismo che dovrebbe essere obiettivo da raggiungere per tutte le persone sorde.Il percorso è laboratoriale e coinvolge attività strutturate e attività di improvvisazione in cui gli attori (sordi e udenti) mettono in gioco se stessi e le proprie emozioni, costruendo progressivamente la narrazione che poi diverrà spettacolo, alternando momenti umoristici a momenti di intensa commozione.
Il progetto viene portato avanti da Clarissa Bartolini, presidente dell’Ens (Ente nazionale sordi) di Perugia, insieme a Maria Gabriella Carlizzi, docente di musica, che cura la regia. Lo spettacolo di quest’anno è in costruzione (prevediamo che si svolgerà all’inizio dell’estate) e si concentrerà ancora una volta sull’esperienza sensoriale ed emotiva del contatto ravvicinato con il mondo della sordità, che diventa performance teatrale. Sarete tutti invitati ad assistere a questa straordinaria esperienza e vi diciamo fin da ora che avremo presto bisogno del vostro aiuto. Per non far morire questa nostra iniziativa, infatti, lanceremo presto un progetto di crowdfunding. Vi inviteremo a partecipare!