Il Caporali di Castiglione del Lago, oggi, è uno spazio aperto alla comunità
Alcune mattine partono timide, fuori dalla finestra trovi nuvole cariche di pioggia a filtrare la luce, mattine intorpidite che si srotolano piano piano come un tappeto persiano ma che sono anche in grado di regalarti sorprese. In una di queste ho incontrato Nadia, che mi ha raccontato la sua storia con la realtà imprenditoriale Lagodarte che da molti anni sta riempendo di iniziative significative la sua comunità. Ho intervistato Nadia Pasquali a Castiglione del Lago mentre con il naso all’insù ammiravo gli affreschi colorati di Palazzo della Corgna, per farmi raccontare della cooperativa di cui è cofondatrice e che da più di quarant’anni si occupa di attività in campo educativo, culturale e turistico.
Non è un caso che io mi trovi proprio in questo palazzo storico del sedicesimo secolo, infatti la sua impresa gestisce il percorso museale della città, tra l’altro con numeri straordinari per la piccola dimensione territoriale, avendo una media di 35mila visitatori all’anno. Ma Lagodarte si occupa di molte cose e si è trasformata con il tempo. “È una storia lunga. Nasciamo con un gruppo di animazione teatrale alla fine degli anni Settanta, quando eravamo una semplice cooperativa, fino a maturare la scelta nel 2018 di aderire come società di produzione e lavoro del Terzo Settore, diventando, appunto, un’impresa sociale”.
Parliamo quindi di un’impresa con un cuore sociale che ha come fine ultimo quello di restituire qualcosa alla collettività, come nel caso della rigenerazione del Nuovo Cinema Caporali che grazie al progetto Trasimeno Community Network ha creato uno spazio culturale e innovativo in grado di promuovere anche l’aggregazione tra le persone. Negli ultimi anni, non è cosa rara assistere al rinnovamento di piccoli cinema di città che come forma di resistenza mirano a collocarsi lontano dalla politica delle Multisale, puntando sulla prossimità e facendo riscoprire un cinema di qualità. Nadia mi spiega: “Ci occupavamo già della gestione del vecchio cinema ma c’era bisogno di qualcosa di diverso, che potesse aprirsi al territorio e promuovere l’incontro della comunità.Abbiamo deciso di partecipare a un bando pubblico per reperire i fondi necessari con la volontà di creare uno spazio nuovo, accogliente e versatile. Questo ha portato a una co-progettazione con il Comune di Castiglione del Lago, con cui abbiamo sempre collaborato, per concretizzare l’idea di una gestione condivisa”.
In questo caso, la pubblica amministrazione si è occupata di gestire la ristrutturazione fisica delle mura, mentre Lagodarte ha investito risorse economiche acquistando l’attrezzatura tecnica e curato la produzione cinematografica. Una buona pratica di amministrazione condivisa che porterà la collaborazione tra l’impresa sociale e il Comune per i prossimi dieci anni. Dalla co-progettazione iniziale si è passati a un percorso partecipativo che ha coinvolto le associazioni, le imprese e i cittadini, per progettare insieme le attività del Nuovo Cinema che ha riaperto ufficialmente nel settembre 2023.
“Oltre alle due sale cinematografiche abbiamo voluto creare un luogo d’incontro, un cinema vivo e vitale. All’interno si trova un bar e una saletta polivalente dove organizziamo eventi, e devo dire che c’è stata una buona risposta, perché era una cosa che mancava alla nostra comunità. Molte persone con l’avvento del digitale preferiscono guardare film a casa, comodi sul divano, nonostante ci sia davvero un grande bisogno di socialità e aggregazione”.
Un’aggregazione che si rivolge anche ad altri attori del Terzo Settore, infatti mi racconta che Lagodarte cura la proposta stabile del cinema ma nei contenuti si apre alle iniziative che vengono dal territorio. “Ci confrontiamo continuamente con le associazioni per offrire qualcosa che viene da loro, anche programmando insieme. Stiamo organizzando degli eventi di rassegna cinematografica in cui proponiamo anche cibo, facciamo spaghettate, oppure serate tematiche che coinvolgono le diverse realtà rappresentative della comunità”.
Castiglione del Lago si presenta come un territorio vivace e attivo nel suo panorama culturale e Lagodarte sta perciò accogliendo positivamente molte collaborazioni. “Abbiamo recentemente organizzato la presentazione di un libro sul rapporto tra adulti e adolescenti con l’associazione di genitori Bucaneve che si occupa di problematiche legate ai disturbi dell’alimentazione. Ragioniamo con i centri antiviolenza del Trasimeno con i quali abbiamo fatto una mostra fotografica e collaboriamo anche con le scuole organizzando matinée e dei concorsi. Insomma, diciamo che cerchiamo di essere ricettivi”.
Un altro cinema locale sembra aver seguito questa linea e scelto di investire sulla riqualificazione nella zona del lago Trasimeno, infatti, a Magione è stato recentemente inaugurato il Nuovo Cinema Carpine che dopo molti anni di inattività ha riaperto le sue porte alla comunità. Chiedo quindi a Nadia se ci sia una qualche idea di collaborazione futura. “Sapevo di questa nuova apertura a Magione ma è una cosa recentissima e non abbiamo ancora pensato a niente perché credo sia troppo presto, dovranno un attimo prendere le misure. In futuro vedremo. Probabilmente, essendo una zona di confine, tendiamo a intercettare i territori meno distanti da noi; anche se entrambi i comuni sono collocati nell’area del lago Trasimeno, noi abbiamo sempre avuto dei riferimenti nelle zone che vanno da Tuoro alla vicina Cortona, mentre Magione tende a gravitare verso Corciano e Perugia”.
Affrontiamo con Nadia il problema che ha Castiglione con i collegamenti. Purtroppo, mi spiega, ha vissuto da sempre una sorta di isolamento rispetto ad altre zone del lago a causa della sua collocazione territoriale periferica e per la scarsità dei trasporti presenti. Nonostante le diverse gestioni politiche succedutesi negli anni non è stata ancora trovata una soluzione. Per quanto i collegamenti possano in un certo modo rappresentare un problema, questo non ha ostacolato i contatti con gli altri cinema aventi la stessa impostazione del Nuovo Cinema Caporali. “Ci confrontiamo spesso con i gestori dello Zenit e del PostModernissimo di Perugia, sia perché apparteniamo alle stesse associazioni di categoria (Anec), sia per la volontà reciproca di mantenere buone relazioni superando l’idea di concorrenza spicciola. La scelta di radicarsi nel territorio ha un po’ tolto di mezzo quella conflittualità diciamo tesa a impossessarsi della gestione di una ‘fetta di mercato’, inoltre la nostra visione è quella di costruire una rete e non fare una gara al massimo ribasso”.
E forse è proprio questa prospettiva che potrà garantire al cinema una sostenibilità nel tempo. Nadia riesce a trasmettermi l’entusiasmo e la soddisfazione di un progetto che sta funzionando, anche se inizialmente mi confessa che avevano dei timori perché dopo il Covid-19 non sapevano se le persone sarebbero davvero tornate a guardare insieme i film. È stata una sfida che almeno per ora sta portando i suoi frutti, e quello che è certo è che questa impresa dal cuore sociale sta investendo molto nella città in cui è nata ed è sempre alla ricerca di qualche nuova idea per migliorarla.