Lo studio, il lavoro e la partecipazione
Un giorno all’università tra gli studenti. A mettere la società contemporanea sotto il microscopioIn una ventosa mattina di fine aprile, nell’aula 3 dell’università di Perugia (Dipartimento di filosofia, scienze sociali, umane e della formazione), si è tenuto il seminario di studio dal titolo Il welfare sociale che cambia e le nuove richieste di policy. Non si è trattato di un incontro tra dottori con un pubblico di scienziati ma dell’inizio di un confronto tra studenti e operatori sociali, tra Università e mondo della cooperazione.
Ho avuto la fortuna di partecipare e di assistere alle relazioni degli studenti che con piglio da conferenzieri navigati hanno parlato di sistemi di welfare, partecipazione sociale, pro-socialità, ruolo della donna, cultura consumista e pensiero libero.Una mattinata decisamente densa di contenuti, di emozioni e di pensieri resa più allegra dai festeggiamenti per le lauree che nelle aule vicine venivano discusse e poi salutate con petardi, brindisi e cori.
Gli studenti, tutte studentesse tranne uno, hanno affrontato lo studio di Sennett, Bauman, Sarason, Mcmillan e tanti altri per poi discuterli e rielaborarli in piccoli gruppi di ricerca. A vedere dai risultati un buon metodo per appropriarsi di concetti non sempre commestibili. Ne è emerso un affascinante percorso attraverso la nostra società pieno di salti, contraddizioni e incompiuti che dall’occhio coinvolto e schiacciato sul quotidiano del cittadino vengono comunemente liquidati come risultato immutabile di questa nostra società e della mala-politica con la P maiuscola.
Sofia e il suo gruppo propongono un altro approccio perché «per comprendere la società bisogna spiegarla». È così che spacchettato e analizzato questo nostro mondo non appare più immutabile, naturalmente diseguale e ingiusto, le responsabilità appaiono non così immediate come il nostro soggettivo punto di osservazione vorrebbe farci credere. In tutti gli interventi ritornano i temi della partecipazione, dei diritti, dei ruoli e delle responsabilità, ed è meraviglioso ascoltare come questi elementi possano essere composti in modo meno banale, rancoroso o strumentale di quanto ci stiamo abituando a sentire nel dibattito pubblico e politico.
Ho finalmente sentito parlare di “consumatori difettosi”, ovvero di coloro che non riescono più ad acquistare con il ritmo che richiede un’economia basata sul consumo. Ho finalmente sentito differenziare la partecipazione in specifici modelli, a seconda della posizione occupata dall’individuo e dall’istituzione. Ho finalmente sentito discutere della relazione tra genere e potere in rapporto agli sviluppi possibili. Ho finalmente sentito spiegare una società e un sistema sociale che deve e può essere analizzato e cambiato grazie alla collaborazione e il conflitto ma sopratutto grazie allo slancio e alla preparazione di questi studenti e futuri operatori sociali.
Testo di Max Calesini