La Stranieri e Perugia, nuove idee per un vecchio amore
La Società di Mutuo Soccorso ha organizzato una visita guidata per gli studenti dell'ateneo di Palazzo GallengaQuando mesi fa venimmo a sapere che l’Università per Stranieri di Perugia voleva “affittare” i suoi iscritti a scuole private sparse in Italia, alla Società di Mutuo Soccorso non siamo stati a chiederci se fosse per noi conveniente contrastare questa decisione. Abbiamo pensato al danno economico e, soprattutto, a quello culturale che Perugia avrebbe ricevuto. In particolare a quanto meno ricca sarebbe stata la vita dei nostri giovani che da sempre, grazie alla “Stranieri” e agli studenti fuori sede dell’Università statale, vivono come se fossero in un lungo Erasmus, e anche alla crescente insicurezza con la quale avrebbero dovuto confrontarsi i docenti precari di lingua italiana dell’università.
Ne è seguito un periodo lungo e impegnativo, che ha avuto un esito positivo anche grazie ai compagni di strada che abbiamo incontrato, il consigliere regionale Oliviero Dottorini, veramente instancabile, la CGIL e alcune associazioni cittadine. Nonché al sottile lavoro diplomatico dell’assessore regionale Carla Casciari che, mentre a Perugia riuscivamo a rendere pubblico il problema, era in Cina a cercare opportunità per la nostra Regione, compresi studenti per l’Università per Stranieri, e a tutto pensava tranne che a lavorare per altre scuole di altre regioni italiane.
Sta di fatto che l’impegno di tutti e la forza delle nostre ragioni hanno sortito l’effetto che volevamo. E i perugini possono continuare a vedere in giro per la città studenti stranieri, dare e ricevere il tanto che lo scambio con persone di altre culture dal punto di vista culturale, sociale ed economico offre.
È stato a quel punto che la Società di Mutuo soccorso si è messa a disposizione dei docenti e degli studenti della “Stranieri” per fargli visitare la sua sede. Classi dell’Università per Stranieri di Perugia sono già venute a trovarci e insieme agli studenti abbiamo fatto una camminata descrivendo quello che incontravamo da Palazzo Gallega fino alla nostra sede di via dei Priori. Lì gli abbiamo mostrato le cose belle e importanti che abbiamo; raccontato chi siamo e la nostra storia, che poi è una parte della storia di Perugia e d’Italia.
Riceverli, dopo l’impegno messo per fare in modo che non venissero dirottati in altre città, è stato come se un cerchio si fosse chiuso. Quando gli abbiamo spiegato il motivo per il quale ci trovavamo lì e raccontato ciò che era successo ci hanno guardati increduli, come se volessero dire: «Ma siete matti? Ma perché? Noi vogliamo imparare l’italiano in questa città. È così bella Perugia! Ci si sta così bene!». Non riuscivano a capire, e crediamo che non l’abbiano capita nemmeno dopo le nostre spiegazioni, l’assurdità di quello che sarebbe potuto accadere.
Testo di Cesare Barbanera Vanni Capoccia