La Strada di Tutti
Le Social Street di stanno affermando in tutta Italia. L'esempio di via Maiocchi, a Milano, e quelle somiglianze con PerugiaAdesso immagina Milano, otto della sera, bar Stoppani, locale che ormai da un paio di anni è testimone del gran fermento di via Maiocchi, una delle tante Social Street presenti in tutta Italia. In questo momento c’è l’aperitivo sociale, e tutti sono invitati. Il bar è pieno, e il semplice fatto di sedersi accanto a qualcuno, che lo si conosca oppure no, è un pretesto per poter fare due chiacchiere.
La Social Maiocchi è cresciuta come un processo senza strutture, senza regole prestabilite, eccetto quelle del senso comune e del rispetto.
«Perché non abbiamo il controllo delle relazioni né di quello che succede», continua Riccardo, «nessuno dice a qualcun altro cosa fare. Tutti possono proporre e chi vuole si può inserire nella proposta. L’importante è che se una persona ha un’idea, quella persona ha la responsabilità di portarla avanti». Rachele, seduta accanto a Riccardo, ci dice: «La Social Street è un processo molto spontaneo che ci ha permesso ritornare a quelle modalità positive perse ormai nelle città contemporanee e che caratterizzavano la vita dei paesi.
Magari ci ha permesso di portare anche più sicurezza perché adesso conosco le persone con cui abito e con cui condivido la strada». «Ci sono tante cose da fare», aggiunge. «Aperitivi sociali, gruppi di lettura, passeggiate artistiche, gruppi di cucito e di letteratura dell’800, un orto urbano a mo’ di Community Garden per recuperare spazi abbandonati, booksharing, gite fuori città, laboratori per bambini, eccetera. C’è anche un gruppo che segue i senzatetto della città fornendogli un po’ di viveri e per fare un po’ di conversazione».
Parlando insieme a loro mi viene in mente tutto quello che accade a Perugia. Perché a Perugia non c’è nessuna Social Street ma le proposte che vengono dalle diverse associazioni del territorio sono molto simili alle iniziative di via Maiocchi. Magari la differenza è che la Social Street non è una associazione, è un metodo per portare la gente a relazionarsi. Ma alla fine che importa? Associazione o no, l’obiettivo comune non è quello di recuperare il valore della socialità? Gli strumenti attraverso cui farlo sono aleatori.
Testo di David Montiel