Un’altra estate dell’era Covid è quasi passata. È stata un’estate vissuta a ritmi elevatissimi, per certi versi folli, e per forza di cose. Tutto ciò che non si è potuto fare fino a maggio, e che chissà se si potrà continuare a fare da ottobre in poi, si è concentrato in pochi mesi. Il lavoro, le manifestazioni culturali, iniziative d’ogni sorta: tanto, forse troppo, dappertutto. Noi di “Luoghi Comuni” non abbiamo fatto eccezione. La bella stagione è stata fondamentale per intessere relazioni nuove e rafforzare quelle vecchie, nella prospettiva di poterle alimentare, in un modo o nell’altro, da vicino o da lontano, nel corso del prossimo anno. A fine luglio, poi, c’è stata la prima edizione di Parole Abitate, la residenza letteraria che ha coinvolto tre scrittori provenienti da tutta Italia. È andata bene, forse anche meglio di quanto ci saremmo aspettati, e proprio nel cuore del giornale troverete un articolato resoconto fatto di immagini e parole. La redazione si è messa in discussione e si è data da fare con grande impegno e, onestamente, risultati eccellenti. Io, che mi ritrovo a essere quello a cui tocca tenere le fila, ne sono molto contento.
In questo numero di “Luoghi Comuni” impreziosito dalla copertina in cui David Montiel condensa a modo suo le suggestioni di Parole Abitate, un numero un po’ strambo come tutti quelli che vengono chiusi a metà agosto, troverete naturalmente molto altro. Un viaggio tra i rider che percorrono a ogni ora del giorno e della notte le strade della città per consegnarci a domicilio cibo d’ogni tipo, e tra chi si adopera per offrirgli qualche forma di sostegno. Una ricognizione delle numerose realtà solidali e mutualistiche sorte dall’inizio della pandemia per offrire risposte immediate alle povertà. Un giro in un posto controverso e dalle grandi potenzialità come il parco della Pescaia. E poi le associazioni di quartiere, da Ponte della Pietra a via dei Filosofi, la biblioteca Villa Urbani, un’istituzione ormai storica come l’Università dei Sapori che ha deciso di mettere radici a Fontivegge, le attività per ragazzi del consorzio Auriga e i laboratori sulla gestione dei Beni Comuni di Labsus e BorgoRete. Ogni storia è a sé, ma ogni storia è uno spunto di riflessione possibile per tutti, e magari per tutti può essere fonte di ispirazione. Mentre scrivo queste righe mezza Italia e mezzo Mediterraneo stanno bruciando, le discussioni su vaccini e green-pass imperversano, le stragi nel mare tra Africa e Europa non si fermano, il futuro prossimo appare nebuloso e confuso. La certezza, una volta di più, ha a che fare con la necessità di non smettere mai di prendersi cura del posto in cui viviamo, e della comunità che lo abita. Che sia un bosco, un quartiere di periferia, un paese, un monte o un tratto di mare: ne va del destino del mondo e del modo in cui le donne e gli uomini possono stare al mondo, con dignità, e con giustizia.