Madonna Alta, Perugia, primo pomeriggio di fine estate, il cielo è plumbeo e sta per arrivare un forte temporale. I campi da basket e quello da calcio, all’inizio di via Diaz, sono deserti, l’unico rumore è dato dalle macchine che sfrecciano lungo la strada e dagli operai che sistemano le tubature dell’acqua vicino ai campi da gioco.
Molto lentamente il luogo inizia a svegliarsi, i primi ad arrivare sono Alessandro e Cristian. Si posizionano in un lato del campo da calcio e iniziano a fare qualche tiro. Anche se sembrano due fratelli, il maggiore e il minore, Alessandro Moretti è in realtà un educatore. Cristian ha dieci anni e tifa Napoli, è emozionato per aver terminato i compiti dell’estate e si gode quei momenti spensierati e liberi, irripetibili con l’incombere dell’età adulta, prima dell’inizio della scuola.
Alessandro Moretti, dei Servizi Educativi Territoriali di Comunità guidati dal Consorzio Auriga, ci racconta che insieme ai suoi colleghi, ogni martedì di settembre, organizzano un torneo di calcio per ragazzi dai 10 ai 15 anni, proprio in questo campo. “Ormai nel quartiere ci conoscono in molti e tutti sanno che noi di educativa territoriale organizziamo diversi tornei, molto partecipati – ci dice Alessandro – a maggio ne abbiamo organizzato uno di calcio per ragazzi più grandi, mentre a luglio ci siamo dedicati al torneo di basket, rivolto in particolare alla comunità filippina che in questo quartiere è molto presente. Proprio loro hanno sistemato i canestri rotti”. Il campo da basket rappresenta dunque un punto di riferimento per i filippini, sia grandi che piccoli e qui, oltre a giocare, hanno creato il loro centro di aggregazione dove a volte portano anche dei tavoli per fare picnic.
Nel campetto arrivano tre ragazzi, sembra proprio che diano il cambio a Cristian e Alessandro, che intanto vanno via.
Sono a piedi e hanno una bicicletta, e la usano a turno per fare dei giri proprio all’interno del campo da basket. Il più grande, Eric, ha 15 anni e frequenta questo posto da quando il campetto non era che un pezzo di terra. Leo invece ha 13 anni, Ryan 12 e sono tutti nati in Italia. I primi due da genitori albanesi, arrivati a Bari negli anni ‘90, mentre Ryan è figlio di madre rumena, padre tunisino e parla cinque lingue: Inglese, francese, arabo, italiano e rumeno.
Anche loro attendono l’inizio della scuola e intanto partecipano al torneo del martedì.
Leo è il più silenzioso, osserva e non dice quasi nulla, mentre Eric e Ryan sono felici perché la loro squadra è la prima al torneo e sperano di continuare a vincere.
Il nome della squadra è 06127, il cap di Madonna Alta, una dedica d’amore, inconsapevole, al proprio quartiere. Mentre arrivano gli altri membri della squadra, arriva anche il temporale, e tutti scappano al riparo, approfittando della pioggia per migliorare la strategia da mettere in campo e vincere, forse, il torneo del martedì.
Articolo di Federica Magro