Il complesso degli Etruschi
Un'antica tomba nel cuore di Ferro di Cavallo. Ecco come l'abbiamo scopertaDopo quello di Edipo, quello di Elettra e chi sa quanti altri, oggi in psicanalisi si potrebbe prendere in considerazione un complesso del tutto nuovo: quello degli Etruschi. Va di moda ultimamente riferirsi a questo misterioso popolo con una certa frequenza e nelle occasioni più disparate, a tal punto che tutto diventa un po’etrusco, dalle pappardelle col sugo di cinghiale alla crema contro le smagliature. Esaltiamo ciò che è passato senza accorgerci di come si integra con il presente, magari un presente che abbiamo proprio sotto al naso e che paradossalmente ci sfugge.
Credereste mai, ad esempio, di trovare una tomba etrusca tra una macelleria e una scuola elementare? È ciò che mi è capitato curiosando senza alcuna pretesa tra le vie di Ferro di Cavallo, attratta da un piccolo spazio verde dove trascorrere del tempo per ingannare l’attesa. Proseguendo poco più avanti, frugando con lo sguardo oltre gli abituali arredi da parco, la mia attenzione viene catturata da una piccola chiesa con le rose nel cortile e una torre svettante dietro la facciata.
Sorpresa da questa costruzione aliena di pietra chiara e antica, mimetizzata tra i palazzi moderni coi balconi in fila e le finestre tutte uguali, faccio il giro del cortile e scopro un edificio molto più grande di quanto si poteva sospettare a un primo sguardo. La preghiera delle cicale e l’impertinenza del vento mi lasciano scorgere tra i rami degli alberi l’acropoli di Perugia che si arrampica fiera sulla collina di fronte. Insistendo nella ricerca di qualcosa che non so bene cosa sia mi imbatto in una targa che mi rivela di essere in presenza di un altro complesso, quello monumentale di San Manno. Tomba etrusca (III sec. a.C.), chiesa affrescata e torre del XIV secolo, casa rurale ex monastero del Cinquecento, per un sovrapporsi di epoche che moltiplica la mia meraviglia.
[aesop_gallery id=”1976″]Il complesso, originariamente di proprietà dei Templari, è oggi un bene dell’Ordine di Malta ceduto in comodato d’uso alla Comunità Magnificat, una comunità religiosa che da trent’anni ne cura la conservazione. Sono loro a gestire le visite, possibili circa tre volte a settimana su prenotazione telefonica. Vengono persone da tutta Italia, ma molti perugini e gli stessi abitanti del quartiere non sono consapevoli dell’esistenza di questo spazio. Scopro inoltre che sui blocchi di travertino dell’ipogeo si snoda una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca fra quelle rinvenute, dove si ribadisce la proprietà della tomba della famiglia Precu e si danno alcune disposizioni.
Pochi metri più avanti la scuola media con le dichiarazioni d’amore un po’ trash e gli sfoghi contro le ingiustizie del mondo scritte sui muri, il campo sportivo e il Bar del Ciccio coi vecchietti ai tavoli. Stratificazione urbana. Chi sa, magari anche gli etruschi andavano lì a sorseggiare un caffè in attesa dell’uscita dei figli da scuola. O forse no.
Testo di Lavinia Rosi