Dal recupero degli edifici dismessi alle nuove infrastrutture. Il progetto di Comune e Università
Sull’onda del Piano Nazionale di riqualificazione urbana e della messa in sicurezza delle periferie sta prendendo forma a Perugia il progetto Sicurezza e sviluppo per Fontivegge e Bellocchio che prevede interventi di tipo urbanistico, architettonico, sociale ed economico destinati all’area della stazione ferroviaria e dei quartieri immediatamente limitrofi. Si tratta di un lavoro sinergico che comporta ingenti investimenti finanziari e coinvolge diverse forze istituzionali della città: gli assessori comunali all’Urbanistica e alla Sicurezza, Margherita Scoccia e Luca Merli, il responsabile tecnico del progetto Franco Marini, le associazioni culturali, sociali, educative e ricreative, gruppi informali attivi nel territorio e non da ultima l’Università degli studi di Perugia con i relativi dipartimenti di Economia, Ingegneria e Sociologia.
La proposta progettuale, che interesserebbe un arco temporale di circa tre anni, consta sia di interventi mirati e di facile attuazione, in quanto realizzati su suoli e immobili pubblici, che di una serie di opere diffuse e generalizzate: dal recupero di quasi tutti gli edifici dismessi o male utilizzati, con il fine di un rinnovato utilizzo, alla rigenerazione degli spazi connettivi che caratterizzano la viabilità dell’area. Tra le priorità del progetto urbanistico c’è quella di riconfigurare architettonicamente il sottopasso pedonale, fulcro della viabilità lenta tra la stazione e il quartiere Bellocchio, e punto nodale da cui reinterpretare in modo funzionale le vie di comunicazione di un’area così complessa. Il nuovo assetto del sottopassaggio sarà costituito da una piazza inclinata, uno spazio per eventuali presidi pubblici da definire, nuovi impianti di illuminazione e interventi decorativi finalizzati al miglioramento di un luogo da troppo tempo degradato e angusto. Nella logica della “smart city” si aggiunge anche il completamento della pista ciclopedonale che coinvolgerà le zone Trenta, la ricoloritura degli attraversamenti pedonali nonché la riqualificazione delle molteplici aree verdi e dei parchi circostanti.
Il “Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche” (Peba) è il principale tassello per una riqualificazione che sembra voler essere sistemica e inclusiva e ha come obiettivo quello di rendere i luoghi e le attrezzature a uso pubblico sempre più accessibili in termini di fruibilità e autonomia. In merito all’accessibilità, nel volume Lineamenta (Maggioli Editore), Fabio Bianconi e Marco Filippucci presentano i contenuti di Studio e ricerca finalizzata alla riqualificazione urbana di Fontivegge: “L’idea trova le sue ragioni nella creazione di uno spazio pubblico capace di promuovere la vitalità urbana e di un presidio territoriale fondamentale per le necessità di sicurezza. Alla base del modello è la ricerca di definire luoghi democratici che rispondano ai principi di accessibilità, uguaglianza e rispetto in cui fasce sociali, culturali e demografiche diverse entrano in relazione tra loro.”
Articolo di Marta Poli
Foto di David Montiel