Siamo tornati. Il destino di ‘Luoghi Comuni’ è irregolare, noi ce ne siamo fatti una ragione e tutto sommato oramai ci va bene così. Il giornale è nato dieci anni fa, nel frattempo nel posto in cui è nato è successo di tutto: un’era politica è montata, e una nuova era ha fatto in tempo a emergere e a dissolversi. Perugia non è più la stessa città, l’Umbria non è la stessa regione. “Luoghi Comuni” è sopravvissuto, ha cambiato forma, e inevitabilmente ha cambiato identità. Ma oggi, dieci anni più tardi, siamo ancora un giornale, e siamo ancora qui. Solo che a questo punto siamo diventati anche molto altro. Prima un’associazione culturale, poi un’associazione di promozione sociale, con dentro la gente di allora e gente nuova, una piccola comunità in movimento all’interno di comunità sempre più grandi. Con i nostri progetti siamo arrivati molto lontano dal punto da cui siamo partiti: in Turchia, in Bulgaria, in Danimarca, e a breve in Germania e in Portogallo. Abbiamo organizzato laboratori di teatro di comunità e di fotografia narrativa, mostre, residenze e rassegne letterarie, partecipato a festival, siamo entrati nelle scuole e nelle università. Cercando ogni volta, e il più possibile, di guardare la realtà da prospettive inedite, o perlomeno di raccontarla con una voce che fosse – che sia – solo nostra. Ora ci troviamo a cominciare un altro viaggio che ci condurrà in una dimensione per certi versi ibrida: a Perugia, ma anche a Corciano, a Magione e a Castiglione del Lago. A questo viaggio, reso possibile da un bando regionale, abbiamo dato un nome ben preciso. Il nome è Tralci, e vuole rendere l’idea dello slancio e della curiosità con cui cercheremo di percorrere le strade di questo pezzo, onestamente bellissimo, d’Umbria.
Il primo numero di “Luoghi Comuni” in questa sua versione esce a ridosso del Natale, poi ne arriveranno altri quattro da qui alla fine della prossima estate. Non saremo da soli: i nostri compagni di viaggio sono associazioni di cui abbiamo grande stima. Micro Teatro, Umbria Fumetto, Encuentro, insieme a numerosi operatori culturali appassionati e di talento. Con tutti loro condividiamo un’idea del mondo di cui non ci siamo stancati. Quella per cui il mondo, così com’è, non funziona come dovrebbe, e allora è il caso di darsi da fare per provare a renderlo un posto migliore. Un po’ più giusto, possibilmente. Crediamo che raccontare storie sia un modo importante per farlo. Per questo, oltre al giornale, in questi dodici mesi organizzeremo laboratori di teatro, fumetto, coro, street art e fotografia in tutti i territori interessati dal progetto, per questo organizzeremo letture ad alta voce, percorsi nelle scuole e un’altra edizione della nostra residenza letteraria Parole Abitate. Un racconto articolato e multiforme, nella convinzione che da qui possa passare l’opportunità, per tutti, di capirne di più riguardo a ciò che ci capita, e a chi ci vive, intorno. Ancora una volta a voi chiediamo di dedicarci fiducia e un po’ del vostro tempo. Sappiamo che non è una richiesta da poco. Garantiamo, come sempre, di tenerne conto. Buon viaggio, perciò. A noi e a voi, che ci incontrerete per strada.