Dal piombo all'oro con Alchemika
Un incendio di colori ha invaso via della Viola e via Cartolari dal 9 all’11 maggio
scorsi in occasione di Alchemika: piazzette e vicoli si sono trasformati nei luoghi
deputati di uno spettacolo a cielo aperto ospitando artisti di ogni genere.
Settantadue ore di energia condivisa con cittadini-spettatori e turisti inconsapevoli,
che hanno potuto riempirsi gli occhi di immagini stranianti.
Di fronte allo sguardo incuriosito dei passanti, l’impossibile diventava possibile,
in un happening la cui dominante era l’immaginazione alogica: era possibile
imbattersi in un signore in bombetta rossa che suonava una sega metallica
come un basso, o assistere al tango che un tizio in bretelle stava ballando con
una donna-scheletro sulle note di Quizás. Era possibile osservare un signore in
impermeabile con un’enorme pancia di cartapesta, aperta a mostrarci viscere,
ossa e un cappello con su scritto “Cassa”, o ancora un signore con occhiali
da aviatore a cavallo di un cigno gigante. Era possibile incantarsi di fronte alle
splendide acrobazie di una ballerina che oscillava nel vuoto, srotolandosi dalla
stretta di un drappo rosso, o vedere la via tramutarsi in un foglio di pietra per
accogliere ideogrammi di fuoco.
Il termine “alchimia” deriva dall’arabo e la sua etimologia allude alla possibilità
di fondere, nonché di creare oro dal piombo, la materia più eccelsa da quella
più misera. E se non è Alchimia questa.
Testo di Ivana Finocchiaro
Foto di Attilio Brancaccio