Abdel Aziz Lahrech, il nuovo Portiere di quartiere di Ponte della Pietra, è nato in Marocco. Nel 1987 decide di prendere le valige e trasferirsi in Italia, dove risiede stabilmente dal 1993. A Ponte della Pietra arriva nel 1999, insieme a sua moglie, perché la considerano una zona funzionale, accessibile e ben collegata dai trasporti.
“I miei figli sono nati qui, potrei dire che la mia famiglia è cresciuta e si ampliata proprio a Ponte della Pietra”. Gli occhi di Aziz sorridono dietro gli occhiali da vista e percepisco che, anche se lo incontro oggi per la prima volta, parliamo con la naturalezza che si potrebbe scorgere tra due vecchi amici. Quella che mi racconta è la storia di un uomo, un padre come tanti, che ha cercato nel suo piccolo di migliorare le condizioni del suo ambiente di vita, pensando in primo luogo al benessere della sua famiglia, senza però mai dimenticarsi del prossimo. Ha scelto di prendere in gestione il cva della Piroga come volontario nel 2018, dopo più di un anno dalla sua chiusura. L’ abbandono del luogo aveva accresciuto dei fenomeni di microcriminalità già radicati negli anni, ma, a suo parere, questo spazio era l’unico che consentisse momenti di aggregazione e di condivisione per gli abitanti. Le problematiche erano evidenti, e così iniziò da quella che potrebbe sembrare un’attività semplice ma, ad oggi, direi per nulla scontata: parlare con le persone, ascoltare i problemi comuni dei vicini di casa, le difficoltà, cercando di trovare un modo per risolverli insieme.
“Ho visto tante cose che non erano giuste, i miei figli vivevano e crescevano in questo quartiere e mi rendevo conto che come cittadino dovevo fare qualcosa, come trovare un presidio per renderlo un luogo più sicuro e vivibile. Così ho deciso di confrontarmi con gli altri abitanti per capire e migliorare la situazione anche a livello di sicurezza”. Dalle sue parole si percepisce una grande energia, un desiderio di condivisione e di prossimità che richiama il passato ma si proietta al futuro con determinazione. “Negli anni ho visto cambiare in meglio il quartiere, una volta le persone anziane non venivano, le madri non portavano i propri figli nel parco, ora, invece, li lasciano giocare tranquillamente perché c’è un maggiore controllo da parte di tutti. Ma questo è solo l’inizio, c’è ancora tanto da fare”.
Comprendo che Aziz ha già spontaneamente iniziato a ricucire dei legami fungendo da punto di riferimento per la comunità e questo non può che essere un valore aggiunto. Ora diverrà a tutti gli effetti il custode sociale di Ponte della Pietra e la nuova sfida che andrà ad affrontare sarà complessa ma parte di un progetto strutturato, carico di elementi trasversali e generatore di nuovi significati.
“Io credo che lamentarsi degli errori del passato non serva a nulla, quello di cui abbiamo bisogno oggi è parlare del domani e di cosa si può fare concretamente per migliorarlo. Spero di poter dare il mio contributo”.
Articolo di Ilaria Montanucci
Foto di Francesca Boccabella