Nelle nostre mani

Foto di Futurando

Nelle nostre mani

Futurando è il laboratorio ideale in cui immaginare il mondo di domani. Nel rispetto della natura e nella riscoperta della manualità. La quinta edizione è in arrivo il 19 e il 20 settembre
Il futuro non è ancora scritto. Il futuro, dicono i ragazzi di Futurando, dipende da ogni singolo individuo. La responsabilità di ciò che sarà è di tutti. Il concetto appare semplice, ma tutto si gioca sul modo di intendere questa responsabilità. Sulla sua concretezza, sul suo pragmatismo, anche. E qui viene il bello. Chi ha avuto modo di partecipare alla manifestazione negli anni scorsi sa bene di cosa stiamo parlando. Il 19 e il 20 settembre si svolgerà la sua quinta edizione, naturalmente a Villa Taticchi, accanto al Tevere. A Ponte Pattoli, una manciata di chilometri a monte di Perugia. Un luogo splendido, il luogo in cui tutto ha avuto inizio e non può che continuare a esistere. Francesca Taticchi ci è nata, ed è passeggiando nella tenuta che ha immaginato nitidamente Futurando. Quella bellezza, quell’equilibrio armonioso tra natura e lavoro dell’uomo, doveva essere condiviso con gli altri. Quel posto, casa sua, si sarebbe quindi trasformato in un laboratorio per comporre idee possibili di futuro. Coinvolgendo amici, associazioni, gente di ogni sorta.

Nel tempo Futurando è cresciuto, le persone e le idee si sono moltiplicate a dismisura, sempre intorno allo stesso concetto di fondo: qui ci si adopera per progettare modelli di sviluppo sostenibili ed efficaci. Partendo dal recupero di una dimensione smarrita, quella del rapporto con la natura e con le sue regole. Se c’è una parola chiave, quest’anno ancor più che in passato, è “ruralità”. Una parola che può significare molte cose, e che senz’altro ha a che fare con un modo di intendere il proprio stile di vita. Si tratta di coltivare la terra – “Madre Terra”, dice Francesca Taticchi – in armonia coi cicli naturali, certo. Ma si tratta anche di recuperare certe pratiche e certi approcci che fino a solo cinquanta o sessant’anni fa erano diffusi e comuni. «Le case coloniche, dove si viveva in tante famiglie, dopotutto erano una sorta di co-housing, fondata sulla condivisione delle risorse disponibili». E poi c’è la manualità: «Si faceva tutto da soli, e se si rompeva qualcosa la si aggiustava, senza comprare sempre cose nuove». Su questo la Taticchi insiste particolarmente. «Non perché dobbiamo imparare a costruirci i tavoli da soli. Quel che conta è l’esercizio, l’approccio. Ormai siamo abituati a non sapercela cavare con le nostre forze di fronte ai problemi. E invece i problemi bisogna affrontarli, e cercare di risolverli. Rivolgersi sempre e comunque agli altri per trovare le soluzioni non è inevitabile».

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Al recupero della manualità, al riuso e al riciclo è peraltro legata anche la possibilità di produrre meno rifiuti, a ben vedere una delle chiavi di volta del progresso per come possiamo provare a concepirlo nel 2015. Perché, attenzione, a Futurando non si predica un semplice e romantico ritorno alle origini: «È una rilettura in chiave moderna di quelle risorse: gli uomini devono imparare a produrre meno rifiuti, a fare a meno del consumo smodato, a evitare gli sprechi. E ad avere fiducia nella propria capacità di risolvere i problemi».

Francesca Taticchi è un vulcano. Di professione fa la cuoca, ma messa così suona davvero riduttivo. Perché di fatto questa donna è un continuo ribollire di idee, una continua ricerca di strade nuove da percorrere insieme a quanta più gente possibile. Per Futurando in effetti se ne è trascinata dietro tantissima, tra chi viene a fare mercato, chi viene a raccontare le proprie esperienze e i propri pensieri, chi viene semplicemente a mangiare o divertirsi. Le conferenze, quest’anno si chiameranno “cir-conferenze”, perché si svolgeranno all’interno di un grande cerchio disegnato da balle di paglia, e perché non c’è niente di più inclusivo di un cerchio: tutti devono partecipare, artigiani, mercanti, produttori, istituzioni. «Sono invitate alla stregua di chiunque altri: la speranza è che vengano a dare il proprio contributo e ad ascoltare. Ma togliamoci dalla testa l’idea che il futuro sia esclusivamente nelle loro mani. Il futuro dipende dalla politica non più di quanto non dipenda dagli individui e dalla collettività».

Futurando, in realtà, è politica allo stato puro. Per le idee che si coltivano, ma anche per gli scenari che si cercano di costruire insieme. «Sono fermamente convinta della possibilità di dar forma a un nuovo modello economico», dice Francesca Taticchi, «che si fondi sulla sostenibilità e l’armonia con l’ambiente, e sulla condivisione della ricchezza e del benessere». Se l’Umbria si affermasse come un territorio in cui la terra è coltivata in base a principi sani e giusti, dice, in cui i ristoranti cucinano prodotti locali e sicuri, in cui l’ambiente è rispettato e tutelato, si potrebbe alimentare un turismo consapevole in grado di portare un grande indotto. «L’Umbria è una terra meravigliosa, e facendo rete, adottando un certo approccio all’agroalimentare e alla cura del benessere, si potrebbe facilmente riuscire a promuoverla come meta ideale per una larghissima fetta di turisti provenienti da tutto il mondo». Ideali e concretezza, insomma. Come insegna la cultura della terra. Futurando non è un gioco. Qui si prova a scrivere un pezzo di futuro, insieme e senza dare niente per scontato.

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La quinta edizione di Futurando si svolgerà nella tenuta di Villa Taticchi, a Ponte Pattoli, sabato 19 e domenica 20 settembre. La formula è quella di sempre: dibattiti, spettacoli, laboratori, giochi, il mercato. Cuore della manifestazione saranno senza dubbio le tre “cir-conferenze” allestite in un cerchio composto da balle di paglia. La prima, sabato 19 alle 16, riguarderà il tema dell’evoluzione personale, e vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Vanessa Nardon, Rita Persichini e Dante Marchini. Domenica 20 alle 11, invece, si parlerà di economia sostenibile insieme a Jacopo Fo e all’assessore all’Associazionismo del Comune di Perugia Dramane Wagué. Si chiude domenica alle 16 con l’incontro sulla cultura della ruralità, con un parterre composto tra gli altri da Antonio Lattanzi, Mario Cecchi e Cesare Castellini. Oltre al mercato di artigianato e prodotti a Km 0, Villa Taticchi sarà teatro di spettacoli musicali, esibizioni di danza, yoga, laboratori. Senza contare la mattinata di sabato dedicata alle scuole: è bene che le riflessioni sulla necessità di condurre stili di vita sostenibili comincino fin da piccoli. Le forze in campo sono numerose. Oltre all’associazione Gaia collaboreranno all’organizzazione la Confederazione italiana degli agricoltori (CIA), le Fattorie didattiche del Gruppo di interesse economico (GIE), Altro Cioccolato, Fa’ la cosa giusta e Vignaioli Resistenti. Si apre intorno alle 10 del mattino, si va avanti fino a notte inoltrata. L’ingresso è gratuito. Per ulteriori informazioni sul programma è possibile visitare la pagina Facebook della manifestazione: “Futurando”.

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Testo di Giovanni Dozzini

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