Un anno e un’estate tra i ragazzi e le famiglie. Per educare e fare un po’ di strada insieme
Per riassumere l’operato dei Servizi Educativi Territoriali di Comunità, possiamo fare affidamento sull’etimologia della parola “educare” che trae la sua origine dal verbo latino “educĕre”: trarre fuori, condurre.
Condurre prendendo per mano e tirar fuori le potenzialità dei più giovani è proprio quello che è stato fatto nei quartieri di Madonna Alta, Fontivegge e Ponte della Pietra, dove gli educatori hanno presidiato parchi, campi da calcio, oratori e tutti quei luoghi capaci di accogliere i ragazzi. Proprio loro, grandi e piccoli, estrosi o timidi, creativi o razionali, hanno rappresentato il cuore pulsante del Lotto 1, Servizi Educativi Territoriali di Comunità delle Azioni Sociali di Agenda Urbana, ormai prossimo alla conclusione.
Gabriele Biccini, coordinatore dei Servizi Educativi Territoriali di Comunità del Consorzio Auriga, che del Lotto 1 è l’ente responsabile, ha impersonificato, per quasi un anno e mezzo, il solido fil rouge all’interno delle diverse azioni messe in atto sul territorio, proponendo una linea educativa basata sull’ascolto dei bambini e sul lavoro con la comunità.
La forza del progetto si è dispiegata nella fase di progettazione e ancora di più in quella di attuazione, infatti c’è stato un grosso dialogo fra i vari interventi che ha permesso di organizzare al meglio le attività evitando sovrapposizioni.
“Siamo tutti partiti spediti, abbiamo iniziato a maggio e le azioni il 21 giugno erano già a regime. Sintomo di una buona programmazione – ci spiega Gabriele Biccini – Trovare partecipanti, organizzare al meglio i luoghi è una parte spesso difficile da attuare, invece il progetto ci ha permesso fin da subito di partire operativi e di mantenere la concentrazione sulle esigenze dei più piccoli. Questo ha decisamente fatto la differenza”.
Biccini ci ha raccontato che dal principio alla fine di Agenda Urbana, i Servizi hanno progettato e riprogettato, attuando un’azione perenne che mutava insieme alle volontà e agli interessi dei protagonisti. Non a caso, il mare magnum di attività dell’Educativa di strada, di Get on the road, dei Cicli per bambini e famiglie e dei Laboratori di competenza e animazione, ha visto la partecipazione attiva della comunità, in alcuni quartieri più di altri.
Biccini ha una visione molto chiara del ruolo dell’educatore e sostiene che ogni processo educativo deve essere incentrato sulla crescita individuale. Una prospettiva appresa appieno dai partner presenti nelle diverse attività: il Post, il Postmodernismo, il Rinoceronte Teatro, l’Anonima Impresa Sociale, Psiquadro e Rugby Perugia Junior. “I nostri sono percorsi educativi e non eventi a sé stanti – sostiene Biccini – In questo modo i ragazzi crescono, trovano terreno fertile e la possibilità di sviluppare competenze e abilità, di farle proprie per poi trasmetterle anche nel contesto familiare. Si tratta di rafforzare, potenziare, educare e rendere autonomi”.
L’intervento dei Servizi Educativi Territoriali di Comunità ha dato ottimi risultati però, dopo un anno e quattro mesi in cui sono state fatte una marea di attività, tutto, all’improvviso, scomparirà, a discapito di chi aveva trovato un sostegno e una presenza costante. Sono state certamente rafforzate le reti fra i quartieri e rimarranno i rapporti formatisi fino a questo momento, ma non ci sarà più la potenzialità economica e professionale di proseguire il lavoro. Con tutte le forze, stanno provando a sviluppare nuove progettualità, cercando di dedicarle al territorio per ottenere una certa continuità. É però importante ricordare che non è semplice, perché tutti i progetti tendono ad avere sempre un inizio, una fine e a essere legati a fondi disponibili solo per un determinato periodo, quando, come già ribadito, la presenza dovrebbe invece essere durevole.
Le famiglie, le associazioni e i ragazzi stessi hanno compreso l’importanza del lavoro fatto, perché gli educatori, con la loro presenza, hanno voluto unire la comunità facendone parte, senza essere protagonisti esterni in giacca e cravatta. L’obiettivo che si sono dati è stato quello di essere a servizio e di proporsi come facilitatori più che coordinatori.
Biccini, per il futuro, si rifà alla Teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner: “Bisogna rafforzare il quartiere secondo quelli che sono i processi di intelligenza collettiva, dove il pensiero di ciascuno diventi condiviso con quello degli altri. Ci deve essere la volontà, da parte di tutti e in particolare dalla pubblica amministrazione, di far crescere questi luoghi con l’educativa territoriale. Essere tutti insieme una comunità, nel nostro caso educante, ma in generale una collettività che vive e migliora. Questa è la priorità, insieme all’impegno di fornire tante possibilità alle nuove generazioni, affinché possano diventare autonome”.
Articolo di Federica Magro