Tra pranzi e fiere dei talenti Ponte della Pietra cerca di costruire la sua comunità
“La democrazia può resistere alla minaccia autoritaria soltanto a patto che si trasformi da democrazia di spettatori passivi in democrazia di partecipanti attivi, nella quale i problemi della comunità siano familiari al singolo e per lui importanti quanto le sue faccende private”.
Così parlava Erich Fromm, psicanalista contemporaneo, che approfondì nel secolo scorso dei temi estremamente attuali, come la comprensione del difficile equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente. Un ambiente sociale e culturale che nelle sue mutazioni ha visto anche affievolire il senso di comunità e la partecipazione delle persone alla vita democratica, spesso sopraffatte da quella “solitudine del cittadino globale” dalla socialità incerta e sfocata che Baumann ci espone con tanta e chiara lungimiranza.
La presa di coscienza da parte di molti ha così spinto a un’inversione di tendenza, rappresentata in questi anni da una serie di azioni dapprima sporadiche, e poi strutturate in progetti, che stanno cercando di riportare le persone a vivere gli spazi come una risorsa, potenziandone anche il capitale umano e sociale.
Ponte della Pietra è uno di quei luoghi considerati per anni territorio di nessuno, ma dove oggi, anche grazie all’azione di Agenda Urbana, si sviluppano iniziative che stanno cambiando l’anima del quartiere. Ce lo racconta Mattia Nebbiai, educatore e operatore, che conosce questa realtà e ci lavora da tempo.
“Già una decina di anni fa fu pensato dai Servizi sociali comunali e dal terzo settore un intervento che superasse le assistenze domiciliari, facilitando la costituzione di una comunità territoriale con azioni educative per l’infanzia. Per qualche anno fu così attivo il Gruppo Educativo Territoriale (Get) che aveva iniziato un buon lavoro, purtroppo interrotto piuttosto bruscamente circa sei anni fa senza lasciare alcun presidio sociale”.
La discontinuità degli interventi ha dunque enfatizzato quel senso di vuoto e minato la fiducia degli abitanti, che ora però sta timidamente riemergendo: negli incontri di comunità, nei laboratori e nelle riunioni di quartiere che coinvolgono seduti in cerchio associazioni del territorio, abitanti e vicini di casa, tutti con uno scopo comune. “Insieme alle associazioni – spiega Mattia – noi operatori del progetto abbiamo raccolto racconti, esperienze e storie di un territorio colto da sentimenti di abbandono e a tratti di autonoma resistenza; successivamente abbiamo avanzato delle letture della situazione che facevano emergere la quasi totale assenza di un tessuto sociale ma, allo stesso tempo, un piccolo nucleo di attivazione positiva. Oggi svolgiamo diverse attività, abbiamo animazioni per bambini e famiglie, sono attivi il gruppo educativo territoriale e l’educativa di strada così come il sostegno alla rete territoriale, e c’è anche Aziz, il nuovo portiere di quartiere con cui collaboriamo per azioni e iniziative”.
Per rispondere alle richieste di alcuni abitanti che sollevavano il problema dalla mancanza di azioni concrete, il 22 maggio, ad esempio, il portiere Aziz ha organizzato un evento rivolto a tutto il quartiere in cui si è svolta la pulizia dell’area verde antistante al cva della Piroga, un’azione partecipata a cui sono poi seguiti una riunione del Comitato di quartiere e il pranzo sociale. Una “chiamata collettiva” che ha visto fondere insieme la cura, la convivialità e soprattutto una piccola azione sociale, ma tangibile e visibile.
“Abbiamo deciso di organizzare un pranzo sociale – racconta Aziz – in seguito al lavoro di pulizia del parco che abbiamo fatto tutti insieme. I residenti hanno accolto bene la nostra proposta e si sono impegnati a collaborare per ripulire l’area verde intorno al cva. Alla fine della giornata, sono stati tutti soddisfatti del lavoro svolto e dei risultati, ma anche del pranzo e quindi di una giornata che abbiamo trascorso insieme in allegria e serenità”.
Inoltre, nelle scorse settimane Ponte della Pietra è stata sede di una serie d’incontri tra la comunità e alcune associazioni locali, per discutere e approfondire una delle proposte emerse durante i tavoli di coordinamento, un’idea che ha messo d’accordo tutti nonostante le diverse opinioni: l’organizzazione di una festa di quartiere. Mattia spiega: “Volevamo stimolare la popolazione a considerare i valori dietro all’idea di una festa per la comunità: l’inclusione di tutti gli abitanti perché nessuno resti solo, il senso di appartenenza per poter risolvere insieme i problemi, la partecipazione dei singoli per dare un contributo utile agli altri abitanti. Nasce così l’idea della Fiera dei talenti, in un pomeriggio di inizio estate durante il quale il parco di Ponte della Pietra diventa teatro di piccoli eventi e di postazioni messe a disposizione dal e per il quartiere”.
La Fiera dei Talenti – in programma alla Piroga sabato 18 giugno – è stata pensata per raccogliere idee e interessi degli abitanti del quartiere che, grazie al processo sviluppato, hanno avuto modo di interrogarsi sulle necessità e potenzialità del loro territorio. Un percorso creativo, col coinvolgimento di svariate associazioni, mirato alla realizzazione di stand ed esposizioni di oggetti handmade ma anche di laboratori e attività ludico sportive.
La festa di quartiere potrebbe sembrare qualcosa di poco incisivo o scontato ma, invece, ha un significato simbolico importante in una realtà sociale in cui non c’è mai stata coesione. Di certo questo lavoro ha gettato le basi per nuovi contatti e relazioni che possono riuscire a canalizzare le energie di un territorio che oggi si trova a incontrarsi e a fare rete per l’evento di una festa, che forse domani sarà un pretesto per ricreare l’identità di una comunità.
Articolo di Ilaria Montanucci