Una nuova guerra. Come se non bastassero quelle che c’erano già in tutto il mondo. Una guerra che uccide e distrugge, come tutte le guerre dalla notte dei tempi, e che scaccia la gente, la spinge lontano da casa. Donne e uomini che si mettono in marcia e fuggono: soprattutto donne e bambini, questa volta, perché in Ucraina gli uomini devono rimanere a combattere. Eccole qua, quindi, le donne in fuga dalla guerra russo-ucraina, eccole anche a Perugia con i loro figli. “Luoghi Comuni” ha provato a raccontare cosa succede quando arrivano nella nostra città. Abbiamo passato il nostro tempo in una chiesa presidiata da un prete ucraino: lui è cattolico, ma da lui passano tutti, cattolici e ortodossi, è un punto di riferimento per l’intera comunità. Abbiamo parlato con loro, con le profughe e i profughi, e con chi, tra istituzione e associazioni, si occupa della loro accoglienza. Nel nostro sito il racconto si aggiorna costantemente, in questo numero del giornale troverete un sunto. Ma di guerre, dicevamo, ce n’erano già, troppe, e dappertutto. E la guerra è solo uno degli innumerevoli motivi per cui una persona può essere portata ad abbandonare il posto in cui vive. Per questo abbiamo incontrato altri sradicati, questa volta afgani, che nei mesi scorsi hanno trovato a Perugia l’occasione di cominciare una nuova fase della propria esistenza. Nelle pagine che seguono troverete le loro storie, e quelle di esperienze che invece sono parte dell’identità cittadina da molti anni. Frontiera Lavoro con i suoi progetti di reinserimento lavorativo per detenuti. Oppure Prisma, che lavora sulla condivisione abitativa e sulla disabilità mentale. Poi il Centro Islamico di via Settevalli, crocevia religioso, culturale e associativo importantissimo. E abbiamo ragionato su cosa significhi, oggi, essere adolescenti alle prese con la necessità di informarsi e di praticare la propria libertà. Infine, ma dovrei forse dire innanzitutto, Agenda Urbana che prende corpo in modo sempre più riconoscibile. In questi giorni aprirà il Community and Family Hub di via Diaz, a Madonna Alta, una struttura destinata a diventare un punto di riferimento per tutti i cittadini, uno spazio di confronto e incubazione di idee, un posto da vivere appieno, in cui esercitare spirito di iniziativa e responsabilità. Anche con l’aiuto delle realtà che del versante sociale di Agenda Urbana fanno parte fin dall’inizio, e che adesso possono contare sugli ultimi tre portieri di quartiere. Buona lettura. E non rassegniamoci, mai, all’idea che dalla guerra si possa uscire solo con la guerra. La copertina visionaria e scanzonata di Saverio Montella ci ricorda che non c’è niente di più bello di una vita vissuta in pace.
Articolo di Giovanni Dozzini