In questo numero di “Luoghi Comuni” abbiamo deciso di concentrarci in particolare sull’area di Fontivegge. C’è naturalmente anche molto altro, come sempre, ma il cuore del giornale, stavolta, è là, in quella che a ragione Fabrizio Marcucci definisce la “cesura tra le due Perugia”, tra il vecchio e il nuovo. Non è semplice raccontare il quartiere della stazione. Non lo sarebbe in qualsiasi città italiana, o europea. Le stazioni ferroviarie sono spesso zone franche, dove moltissimi passano fermandosi lo stretto necessario, luoghi che crescono confusamente, e in cui non di rado trovano ricovero coloro che per un motivo o per l’altro vivono ai margini della società. “Luoghi Comuni” ha l’obiettivo, da sempre, di fornire ai suoi lettori degli elementi di spunto, quello di proporre idee e modelli di convivenza e di sviluppo buoni per la comunità perugina e non solo per quella. Ma restiamo un giornale, e in un giornale prima di tutto si raccontano storie, e si racconta la realtà. Federica Magro e Fabrizio Marcucci hanno quindi raccontato Fontivegge, partendo da una rapida parabola storica per arrivare a una disamina fondata su dati molto interessanti, quelli che riguardano la composizione etnica, la provenienza geografica, dei residenti. Si tratta di una parte di città che affronta da anni una situazione complicata, dovuta a molti fattori, non tutti immediatamente riconoscibili. Negli articoli di Federica e Fabrizio, e nelle testimonianze di abitanti e operatori che a Fontivegge trascorrono molto del proprio tempo, troverete delle chiavi di lettura non banali. A Fontivegge e all’iconica vecchia ciminiera della Perugina è dedicata anche la copertina della pittrice Elisa Pietrelli: l’intrico del quartiere è reso eloquentemente da questo shangai postmoderno.
E poi? Poi ci occupiamo di zone che con l’anello della stazione confinano, come via del Lavoro e il Parco della Pescaia, anche qui senza alcuna condiscendenza. E ancora via dei Filosofi, le cui memorie rivivono nel libro e nelle parole di Mauro Pianesi, e le panchine letterarie – e colorate – che negli ultimi tempi sono spuntate in alcuni parchi della città, le sciarpe di quartiere del Nid e un resoconto del Festival della Famiglia, le belle storie di Umbriaffido e di Rinoceronte Teatro. Infine, un ponte che ci porta nel futuro prossimo di Agenda Urbana e della vita di una fetta importante della collettività perugina: l’architetto del Comune Franco Marini ci parla della nuova casa di quartiere di Madonna Alta, in procinto di sorgere, proprio accanto al complesso della Piramide, sulla scorta delle esperienze torinesi e milanesi, uno spazio aperto alla partecipazione, alla co-gestione e all’assunzione di responsabilità dei cittadini. Proprio lì, nei prossimi mesi, troverà posto anche la nostra redazione. Da lì continueremo a raccontarvi quello che accade, è accaduto o potrebbe accadere intorno a noi.